Memoteca Pian del Bruscolo

Guido Albertini, l'8 settembre del '43

5 febbraio 1943, Guido Albertini in trincea (raccolta Guido Albertini)

Ero un bersagliere. L'8 settembre 1943 mi trovavo a Kemum nel centro della Jugoslavia. I nostri comandanti non sapevano cosa fare e così fummo sopraffatti dai tedeschi, che ci ordinarono di prendere le biciclette, armarci e dirigerci verso una pineta dove ci attendevano altri tedeschi. Qui ci disarmarono, e da quel momento fummo loro prigionieri. Ci fecero camminare per otto giorni, senza viveri, e non rivedemmo più i nostri ufficiali.

Con questo viaggio iniziò una interminabile tragedia fatta di fame, di sete, di maltrattamenti di ogni genere. Camminando per giorni e giorni arrivammo in una cittadina della Bosnia, Bihac. Qui selezionarono 50 di noi: tra questi capitai anch'io. Ci portarono fra due fiumi, dove ci accampammo con il poco che avevamo. Durante le giornate ci obbligarono a lavorare scaricando i treni che venivano dalla Germania con munizioni e viveri e ricaricando colonne di camion che rifornivano le truppe nelle zone interne. Intanto i fiumi cominciarono a straripare allagando i nostri accampamenti; fu così che alla vigilia di Natale decisero di trasferirci in una vecchia e malridotta stanza dove ci stiparono tutti. Giunse intanto la primavera; la Domenica delle Palme i bombardamenti da parte degli americani si fecero sempre più fitti, con tanti morti e feriti.

Fra i maltrattamenti sempre più duri e il vestito che stava consumandosi addosso, decisi di fuggire alla ricerca dei partigiani. Ma una pattuglia di tedeschi mi scoprì sparandomi senza colpirmi; mi arresi ma capii benissimo che mi avrebbero fucilato. Durante quella notte vi fu un allarme, la guardia corse via e io ne approfittai per scappare. Il giorno dopo mi presero i partigiani che mi chiesero di collaborare con loro; naturalmente acconsentii. Così mi diedero le armi e mi assegnarono a una compagnia di sanitari. Andammo verso Kemun, poi verso Gaspic, attraversammo il passo di Catnich dove ci imbarcammo per liberare l'isola di Veglia. Liberatala, abbiamo proseguito verso Zara ove incontrammo una forte resistenza da parte tedesca. In pochi giorni li abbiamo sconfitti e dovettero ritirarsi. proseguimmo verso San Pietro del Carso e Trieste dove abbiamo trovato gli alleati. Era il 25 aprile del 1945.

Guido Albertini, da Patria, 16 settembre 1990

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