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Il Teatro "G.Perticari" di Sant'Angelo in Lizzola

Il Teatro "G.Perticari" nelle parole di don Giovanni Gabucci

 

…proseguendo sulla via Borgo ove questa si allarga a formare la piazza Perticari, una volta si ergeva l'elegante Teatro Perticari, che potrebbe da solo dar materia ad una lunga lettura.

Sapete com'è sorto? per uno scherzo.

Il letterato Vincenzo Monti che aveva dato in sposa al conte Giulio Perticari la sua figlia Costanza, aveva voluto varare la sua tragedia l'Aristodemo nel nostro paese fra l'accolta di amici e letterati che frequentavano la villa dei Perticari, cenacolo di artisti, fra i quali non mancava neppur Rossini. L’Aristodemo fu quindi rappresentato nel mulino dei Perticari, adattato per la circostanza: ed allora lo spirito caustico del Conte Francesco Cassi lanciò l'epigramma: Oh bel vedere Aristodemo in solio,/Aristodemo, in un molin da olio. Il Conte Gordiano Perticari, fratello di Giulio, si sentì offeso per questa satira e ne fece una vendetta nobile atterrando il molino e costruendo sulla sua area il teatro bello. ampio ed elegante, chiamando a decorarlo il celebre scenografo di Faenza Romolo Liverani e suo fratello Antonio specialista nel lavoro di grotteschi che abbellirono la volta ed il parapetto della galleria.

Mi spiace non potervi presentare l'interno della sala e lo splendido sipario del Dori rappresentante le ninfe dei nostri paesi che guidate da quella di S. Angelo recano corone d'alloro al poeta pesarese Lucio Accio. Fra i teloni del Liverani ricordiamo il salotto in istile barocco, la sala regia e la piazza in stile classico adatti per le tragedie del Monti e dell'Alfieri, la cucina rustica, il giardino fiorito illuminato dalla luna, l'oscuro e pauroso sotterraneo, nonché il secondo telone, chiamato comodino, ove il Liverani ritrasse il teatro col restante di via Borgo ed in cima la villa Perticari baciata dal sole che sorge.

Il teatro fu inaugurato nell'autunno del 1851 con le tragedie dell'Alfieri e le commedie del Goldoni. Da quel tempo fino a noi il teatro è stato il centro della vita civile ed artistica del paese, perché ivi oltre alle recite si ebbero conferenze, riunioni, premiazioni scolastiche ed anche opere teatrali. E sono rimaste celebri nel Giugno 1924 le due rappresentazioni della Traviata, quando il celebre tenore Umberto Macnez scelse il nostro teatro per il debutto della sua figlia Beatrice nella parte appassionata di Violetta

(da don Giovanni Gabucci, A casa nostra, conferenza tenuta al cinema “G.Branca” di Sant’Angelo in Lizzola nel marzo 1948).

 

A destra: dall'alto in basso, Piazza Perticari con il teatro (raccolta Associazione "G.Branca") e tre momenti della Cena delle beffe di Sem Benelli nell'allestimento del 1913 (raccolta Giovanni Marcucci e Archivio Diocesano di Pesaro, Fondo Gabucci).

Vale la pena di ricordare che la parte del protagonista Neri Chiaramantesi, il cui ricordo è indelebilmente legato all’interpretazione di Amedeo Nazzari nel film di Alessandro Blasetti del 1934 (e alla celeberrima battuta E chi non beve con me, peste lo colga), era sostenuto nelle recite del teatro Perticari da Giuseppe Andreatini, farmacista e imprenditore di Sant’Angelo.

 

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