Don Alfonso Fiorani, parroco a Montefabbri

...Don Alfonso Fiorani era parroco di un paesino di collina che il vento schiaffeggiava a tutte le ore del giorno e della notte anche quando fosse giunto con le intenzioni più miti.

Era difficile che arrivasse con la carezza dei giorni primaverili quando ti alita in volto con la grazia di una marina di bimbo. Tutte le case del paese erano su quello stile di ruvida bellezza e di compostezza arida. Piccole costruzioni senza aria, addossate l'una all'altra come la paglia, con le stalle a fianco delle abitazioni dalle quali veniva un fetore infernale, acido e nauseante nei giorni dell'afa, e ti dava alla testa come una boccetta d'ammoniaca.

Era un paese di povera gente con un parroco poverissimo che faceva colazione con un pugno di lupini e un sorso d'acqua all'unica fontana sulla piazzola del borgo... Per giungere alla canonica che si trovava nel punto più alto del paese, bisognava arrampicarsi per il sentiero che il frequente passaggio aveva aperto nel fianco delle mura dell'antico castello man mano che le pietre si sbriciolavano sotto la pioggia e sotto il sole. Ma c'era anche una strada grande. Quella che un tempo portava direttamente alla porta principale, che era anche l'unica ...Don Alfonso aveva capito che la situazione dei suoi non poteva cambiare fin che fossero rimasti su quel palmo di terra. Lui d'altra parte non poteva aiutarli. Era più povero di loro. Respirava la medesima aria, sentiva i medesimi odori sgradevoli che avvampavano lungo i vicoli strettissimi, pestava i medesimi ciotoli della via principale, dormiva sotto lo stesso cielo e il medesimo sole, e le stelle non erano diverse.

Tutto come gli altri.

Don Ermoli Cartoceti, Il ponte della capra, 1992